Villaggi minerari Sardegna ingurtosu e dune di piscinas

Ingurtosu e dune di Piscinas

Arbus

Programmare un’escursione al villaggio Minerario di Ingurtosu e dune di Piscinas, significa fare un vero e proprio viaggio nella memoria. Con la chiesetta di Santa Barbara patrona dei minatori, l’ottocentesca Palazzina Bornemann e le infinite testimonianze minerarie, sarete riportati indietro nel tempo, al 17 Ottobre dell’anno 1900 giorno dell’inaugurazione della Laveria Brassey, per terminare l’itinerario nel deserto di sabbia di Piscinas, considerato il più esteso d’Europa.

Miniere di Ingurtosu e Gennamari

È stata una delle miniere più grandi e produttive della Sardegna. Dai numerosi giacimenti grazie a macchinari all’avanguardia, fino al 1968, venivano estratti argento, piombo e zinco.

L’insediamento minerario si estende lungo tutta la valle che da Arbus, distante circa 10 chilometri, porta la mare, immerso in un’atmosfera suggestiva, tra ruderi di case, impianti e pozzi, enormi cumuli di materiali di scarto e carrelli arrugginiti.

Lungo la vallata, si trovano resti di cantieri, laverie e sette insediamenti, in cui hanno vissuto anche 2500 operai e le loro famiglie.

Oggi è un villaggio minerario fantasma vicino alla costa centro-occidentale dell’Isola, e fa parte del Parco Geominerario. Nel 1997 è stata inserita nella rete Geo-parks dell’Unesco

Palazzo Bornemann

L’elegante costruzione in granito, chiamata anche il Castello per la sua posizione dominante e per le bifore in stile neo-gotico, fu costruito ad Ingurtosu nel 1870 in onore dell’Ingegnere tedesco Johann Georg, quasi a voler riprodurre in pieno stile bavarese il regio maniero di Wartburg ad Eisenach.

Nel quarto piano viveva la famiglia del Direttore, ai piani inferiori erano ospitati la dirigenza, gli uffici amministrativi e tecnici della miniera. La posizione dominante del  Palazzo garantiva il controllo visivo dei cantieri, al pari della vita sociale degli abitanti di Ingurtosu, rappresentando altresì il centro culturale dei notabili della società.

Laveria Brassey

La Laveria, intitolata a Thomas Alnutt Brassey, Visconte di Hayte e Presidente della società Pertusola, era una struttura immensa con una particolare architettura neogotica che celava pozzi, condotti e silos di stoccaggio.

In questi edifici,  inaugurati il 17 ottobre 1900 accanto al Rio Naracauli, lavoravano oltre un centinaio di persone impegnate al trattamento di quasi 500 tonnellate al giorno di minerali di piombo e zinco provenienti dai diversi cantieri di scavo. Da qui partiva la ferrovia che consentiva il trasporto dei minerali fino all’approdo di Piscinas, prima di raggiungere Carloforte nella pancia delle bilancelle a vela e poi la stiva dei piroscafi diretti al nord Italia e in Francia.

Il deserto in Sardegna

Le dune di Piscinas sono una meraviglia in tutte le stagioni

Imponenti colline di sabbia alte fino a 60 metri si addentrano dalla costa per chilometri, circondate dalla macchia mediterranea e secolari ginepri, segnate da endemismi e biodiversità floreali, habitat da sempre del cervo sardo.  Insieme al confinante Scivu è considerato il deserto sabbioso più esteso d’Europa, perennemente mosso dal vento e punteggiato del verde.

La Spiaggia di Piscinas, lunga sette chilometri, Insieme al mare turchese è la vera perla della Costa Verde, nel sud-ovest della Sardegna. Una spiaggia imperdibile da visitare assolutamente durante le vacanze in Sardegna, inserita tra le più belle del mondo da National Geographic. Dopo aver percorso sentieri sterrati e sabbiosi, la vedrete aprirsi all’improvviso la sua immensa e profonda distesa dorata.

Le strutture ricettive sono solo un campeggio e un albergo a ridosso delle dune. Sulla spiaggia si trovano due chioschi-ristorante dove poter noleggiare attrezzatura balneare, canoe, pattini e gommoni. L’area di sosta è attrezzata anche per i camper.

Un’oasi naturalistica unica

Il fondale limpido digrada velocemente ed è quasi subito profondo. A 200 metri dalla riva riposa da tre secoli il relitto di una nave inglese. La zona è meta di appassionati di pesca surf casting per la presenza di mormore, ombrine e orate. Il mare selvaggio della Costa Verde è raramente calmo. Il vento costante di Maestrale alza onde lunghe e alte, rendendolo una zona ambitissima da appassionati di sport a vela che vi praticano windsurfkite e surf da tavola anche d’inverno.

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